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CHIUDERE ×Fin dalle sue origini la manifattura Patek Philippe si è distinta nell’alta orologeria per la scrupolosa ricerca della perfezione e l’eccellenza tecnica e formale affidata ai suoi esperti; questi elementi costituiscono il miglior biglietto da visita per la maison svizzera, capace di alternare importanti novità tecnologiche a piccoli perfezionamenti strutturali delle sue più acclamate collezioni. Tra queste un ruolo elitario spetta sicuramente al Calendario Perpetuo, esempio altissimo di complicazione applicata all’orologeria. Il primo esemplare da polso con calendario perpetuo risale al 1925 ed è ottenuto trasformando un orologio da collo da donna del 1898. Il modello indicava l’ora, le fasi lunari, la data, il giorno della settimana e il mese ed era anche dotato di una memoria per le diverse durate dei mesi e del febbraio bisestile. Il meccanismo del calendario perpetuo impiegava un complicato sistema istantaneo saltante, affinato nel modello successivo del 1936: un orologio con datario retrogrado realizzato da Victorin Piguet (lo stesso che verrà rivisitato negli anni Ottanta sulla Ref. 5059 e poi sulla Ref. 5159). Una produzione in serie ufficiale inizia nel 1941 con la referenza 1518 che inaugura l’unione del calendario perpetuo al cronografo. Nel 1985 Patek Philippe ritorna sulle grandi complicazioni con la referenza 3940, il primo orologio complicato ultrapiatto di produzione regolare diventato un classico della maison e reinterpretato a distanza di vent’anni con la referenza 5140 in oro bianco 18 kt. Rispetto al suo progenitore il nuovo modello presenta una cassa rotonda leggermente più spessa (37,2 mm di diametro invece di 36) dalle linee armoniose e semplici che ne accentuano il profilo ultrapiatto. La ghiera non è più concava ma convessa e le anse sono maggiormente affinate. Il quadrante, ispirato a quello del primo pezzo prodotto, è argenté opalescente e monta indici delle ore applicati in oro bianco e lancette Dauphine anch’esse in oro bianco. Il quadratino che indica data e fasi lunari ad ore 6 ha dimensioni maggiori, mentre hanno dimensioni inferiori quelli che indicano i giorni della settimana e le 24 ore (ore 9) e il mese e l’anno bisestile (ore 3). L’orologio è disponibile con un cinturino in coccodrillo lucido cucito a mano con fermaglio a déployante in oro bianco e possiede due fondi cassa intercambiabili: uno in vetro zaffiro che permette di ammirare la preziosa architettura del movimento e uno in oro bianco su cui si possono realizzare delle incisioni. Il movimento è meccanico a carica automatica (calibro 240 Q) con minirotore unidirezionale in oro 22 kt e bilanciere Gyromax con 21.600 alternanze all’ora. Un meccanismo, dotato del Punzone di Ginevra,estremamente preciso a cui servirebbero 122 anni e 45 giorni per arrivare allo scarto di un solo giorno rispetto all’effettivo ciclo lunare. Tra i cronografi con calendario perpetuo firmati da Patek Philippe un’attenzione particolare spetta alla referenza 5971P, l’unico orologio di alta gioielleria della gamma Grandi Complicazioni della maison. Il modello monta una cassa in platino con ghiera impreziosita da 36 diamanti baguette ed è mosso da un movimento a carica manuale (CH 27-70 Q). Tra le ultime creazioni della maison una menzione speciale spetta al Calendario Perpetuo Retrogrado Ref. 5159 presentato alla fiera di Basilea 2007. La nuova referenza sostituisce la precedente 5059 da cui eredita tutti i motivi stilistici e meccanici aggiornando sia la grafica che le dimensioni, in linea con le più attuali richieste di mercato. Il modello omaggia i suoi antenati d’inizio secolo con la cassa Officier, così detta poiché utilizzata a quei tempi dagli ufficiali dell’esercito che preferivano l’orologio da polso a quello da tasca. In realtà il vero capostipite della gamma Officier risale al 1989 ed è contraddistinto dalla referenza 3960, dotata di movimento meccanico a carica manuale e realizzata in serie limitata per festeggiare il 150° anniversario della maison. Il Patek 5159 si distingue per le anse dritte con grandi viti sporgenti che bloccano il cinturino, il fondello a cerniera, la cassa di 38 mm di diametro, la corona di carica zigrinata e schiacciata in stile Luigi XV e la lunetta piccola, lucida e leggermente bombata. Il movimento meccanico a carica automatica calibro 315 S QR si avvale di ben 361 componenti e la sua complicazione, nonché precisione, è testimoniata anche dal fatto che i denti delle ruote in acciaio sono lucidati a mano uno ad uno, per diminuire l’attrito e l’usura. Il quadrante è caratterizzato da cifre romane leggermente allungate rispetto al modello precedente, quindi più slanciate, leggibili e da una luminosa lavorazione guilloché centrale sullo sfondo opalino argenté. Alle lancette di ore e minuti, con disegno Poire e finitura in oro ossidato in nero, si aggiunge la lancetta a filo rodiata dei secondi continui. All’interno del quadrante il giorno della settimana è indicato da una finestrella posta ad ore 9, l’anno bisestile ad ore 12, il mese ad ore 3 e le fasi lunari ad ore 6. La Ref. 5159 è disponibile in oro giallo o bianco con cinturino in coccodrillo, bruno cioccolato opaco per l’oro giallo e bruno scuro opaco per l’oro bianco, sempre con chisura déployante in oro. Davanti alle grandi complicazioni Patek Philippe, in un’armonia di ponti angolati, platine perlate, rotori, rubini, punzoni e ingranaggi l’aggettivo “perpetuo” spetta a pieno merito all’amore per il mondo dell’orologeria che da sempre la maison dimostra di avere. Qui di seguito riportiamo alcune referenze dei modelli prodotti |