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CHIUDERE ×Fin dalla sua comparsa sul mercato, avvenuta a Ginevra nel 1926, il marchio Tudor si è legato a quello Rolex, nato vent'anni prima, grazie all'ingegno di Hans Wildorf.
In un rapporto di collaborazione sia produttiva che commerciale gli orologiai Tudor si sono avvalsi di elementi tecnologici brevettati da Rolex, come la cassa impermeabile Oyster o il rotore Perpetual a carica automatica, e dell'impiego di movimenti già presenti sul mercato, modificati e rifiniti (ETA ed ETA-Valjoux) che ne aumentano il valore.
Proprio queste condizioni di mercato hanno permesso al marchio contraddistinto da uno scudo, di affermarsi come "fratello" del colosso ginevrino, assicurando elevati standard qualitativi a prezzi più accessibili. E' importante sottolineare che attualmente i Tudor vintage di difficile reperibilità sono altamente quotati sul mercato del collezionismo e dalla fine degli anni Sessanta fino alla metà degli anni Novanta cassa e corona Tudor sono firmati "by Rolex" mentre i bracciali della casa coronata sono impiegati dal marchio scudato fino al 1971, anno in cui è prodotto il primo bracciale Tudor per gli orologi da donna.
Tra i differenti modelli realizzati negli scorsi decenni dalle due maison (Oyster Prince, Montecarlo, Tudor Submariner) uno in particolare ha segnato la storia dei cronografi del brand: il Tudor Oysterdate, presentato negli anni Settanta con cassa Oyster, quadrante azzurro e arancione con contatori al 9, al 3 e con datario a finestrella ad ore 6 e movimento meccanico a carica manuale a calibro Valjoux 234. Negli anni Novanta il movimento impiegato è l'ETA-Valjoux 7750 e il quadrante è argentato con grafica nera o nero con grafica bianca, sul modello dello storico Rolex Daytona con movimento meccanico a carica manuale, fatta eccezione per la presenza del datario a finestrella e per la posizione dei contatori. Alla ghiera con scala tachimetrica in acciaio o nera è alternabile, a partire dalla fine degli anni Novanta, anche quella girevole bidirezionale con i caratteristici dodici indici orari.
Esteticamente e tecnicamente i cronografi del marchio migliorano con la sostituzione del vetro plastica con il vetro zaffiro, grazie all'aggiuntiva guarnizione di tenuta alla corona serrata a vite, alle anse più smussate e alla possibilità di montare un quadrante in tinta unita chiara.
Il Tudor Oyster Cronografo ha conosciuto il suo maggior successo di pubblico alla fine degli anni Ottanta quando molti appassionati del Rolex Daytona, già in quegli anni introvabile, spostano la propria attenzione sul modello "minore": ironia della sorte anche il cronografo Tudor in quegli anni inizia ad essere meno disponibile sul mercato, diventando così anch'esso oggetto ambito dai collezionisti.
Questo modello impiega un movimento ETA-Valjoux 7750, nella versione "super" con bilanciere e spirale, trasformato con mille accorgimenti in una versione ad altissimo livello qualitativo. L'Oysterdate ha un'impermeabilità assicurata fino a 5 atmosfere di pressione (5 in meno rispetto al Daytona) e, come tutti i modelli Tudor, è caratterizzato da robustezza, resistenza e un look grintoso, doti che il marchio continua a portare avanti anche nel nuovo millennio dopo il graduale allontanamento dal gigante Rolex e l'affermazione di una propria rinnovata autonomia.
Gli orologi più richiesti:
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